IL LIBRO SACRO O VOLUME DELLA LEGGE SACRA
- Daniele
- 26 mag 2020
- Tempo di lettura: 11 min
Aggiornamento: 26 giu 2020
L’apertura della Bibbia nei Lavori di Loggia è un dato che si rileva solo a partire dagli anni ‘60 del XVIII secolo, infatti prima della pubblicazione del “The Three Distinct Knocks” del 1760, non si hanno segnalazioni per le quali si possa affermare che la Bibbia, sebbene presente in Loggia, fosse aperta in un qualche punto particolare.

Notizie Storiche
Già dalla fine del secolo XVII, con la crisi crescente del Mestiere, i Liberi Muratori, tra i quali molti erano gli Accettati, cominciarono a riunirsi non più nei cantieri ma nelle taverne. Non più riunioni tecniche, ma sempre più conviviali. Anche le cerimonie di ammissione venivano officiate nelle birrerie e, in queste circostanze, le cose appropriate per l’occasione dovevano essere essenziali: tre candelieri, una Bibbia, i grembiuli e i guanti per i presenti e i relativi gioielli. Tutto quanto di simbolico fosse necessario era disegnato sul pavimento.
È un po’ difficile per noi oggi immaginare com’era in realtà una Loggia speculativa dei primi anni del 1700. I documenti e l’iconografia dimostrano un arredamento semplice e scarno e gli strumenti muratori sono quelli elementari.
Nei primi vent’anni del XVIII secolo, veniva riservata al M.V. una sedia/poltrona e un tavolino, davanti al quale c’è una sorta di sgabello con strumenti muratori e su tale sgabello, con l’andar del tempo, si è presa l’abitudine di appoggiare anche la Bibbia. Da qui nasce l’idea dell’Ara, che nella tarda seconda metà del XVIII secolo diverrà uno degli arredi principali della Loggia.
Dal 1727 erano magnificati come Grandi Luci: il Sole, la Luna e il Maestro Massone, necessari per governare il giorno, per governare la notte e per governare la Loggia. Quindi le Grandi Luci erano qualcosa di diverso da come le concepiamo oggi. E in parallelo con le “Tre Grandi Luci” venivano presentati i “Tre Grandi Pilastri”: la Saggezza, La Forza e la Bellezza, ciò non dimeno in alcune comunioni invece di Saggezza si impiega il termine Sapienza, com’è oggi nel nostro Ordine. A mio avviso l’uso del termine Sapienza, di derivazione ritualistica scozzese è inappropriato perché la Massoneria non dà valore contenutistico e sapienziale.
Il Manoscritto di Dumfries del 1710 introduce nella Loggia concreti strumenti quali la Squadra, il Compasso e la Bibbia, come elementi puramente simbolici, del tutto astratti e, pertanto, non facevano ancora parte dell’arredo di Loggia, né quindi avevano alcuna collocazione fisica nello spazio della Loggia. Negli scritti del Prichard del 1730 (Masonry Dissected) la Bibbia, la Squadra e il Compasso sono indicati come meri “arredi di Loggia”.
Tra il 1739 e il 1760 gli Ancient, parallelamente ai Moderns e con modalità di sviluppo diverse, modificarono le usanze praticate. Fu con loro che il gruppo di Luci, consistenti nella Squadra, Compasso e Bibbia” assurse al rango di “Great Lights” o “Grandi Luci”. Non entro nel merito di altre sistemazioni presso gli Ancients, che meritano una loro Tavola di approfondimento.
Va detto anche, per completezza, che dopo il 1816, allorché fu tentata una standardizzazione dei Rituali e si vollero rimuovere tracce della Religione Cristiana, per rendere la Massoneria aconfessionale, la Bibbia venne denominata “Volume della Legge Sacra”.
L’apertura della Bibbia nei Lavori di Loggia è un dato che si rileva solo a partire dagli anni ‘60 del XVIII secolo, infatti prima della pubblicazione del “The Three Distinct Knocks” del 1760, non si hanno segnalazioni per le quali si possa affermare che la Bibbia, sebbene presente in Loggia, fosse aperta in un qualche punto particolare.
Il Libro della Legge Sacra è unicamente un simbolo; il simbolo che riconosce che esiste un rapporto tra l’Essere Supremo e l’uomo. È l’emblema massonico della spiritualità più elevata, a cui ci si ispira nell’impegno preso di lavorare sempre per sgombrare l’Ordine dal Caos. Non ha carattere ecclesiale, non significa accettazione a priori della fede nella religione del Libro posto sull’Ara, né di alcuna altra fede.

Significato simbolico
Il Volume (o Libro) della Legge Sacra è costituito dalla Bibbia nella Loggia dove prevale la tradizione occidentale, dal Corano nei paesi di tradizione musulmana, dai Veda nei paesi orientali di tradizione brahminica, e da un libro non scritto (bianco o edito in caratteri completamente scomposti alla rinfusa) nelle Logge di tradizione mista, per consentire ad ognuno di leggervi quanto ritiene rappresenti per lui la summa dei sacri doveri morali e degli insegnamenti da osservare.
Rappresenta il principio del Sacro, a cui è intimamente legato ogni essere umano.
Il Libro della Legge Sacra identifica la Luce che sovrasta ogni essere umano, non come autorità dogmatica, ma come espressione della fede in un ordinamento dell’intero Universo, che può essere inteso anche come ordinamento morale. Oltre alla funzione di simbolo di sapienza scritta, modello di riferimento e, per taluni in modo soggettivo come volontà rivelata della Divinità, il Libro Sacro è storicamente il testo da cui gli obblighi massonici hanno tratto ispirazione. Nella Bibbia ci sono specifici richiami a racconti che esprimono concetti massonici. Si parla di Re Salomone e Hiram nel Libro dei Re, del Tempio, delle due colonne nel Libro delle Cronache.
Gli equivoci nascono quando si dà al Libro una valenza religiosa, portando di fatto a due concezioni che si contrappongono. La prima, come è accaduto nel GOdF ( Grand Orient de France), ha portato ad abolire l’apertura della Bibbia e qualsiasi altro Libro Sacro all’inizio dei Lavori, sostituendoli con un Libro bianco o le Costituzioni dell’Ordine, proprio per non voler esprime una qualsiasi valenza religiosa e ciò ha finito per ammettere in seno a quell’Obbedienza l’ateismo e un materialismo razionalistico, venendo meno alla concezione di credere nell’esistenza di un Essere Supremo, comunque lo si concepisca. La seconda concezione, ugualmente sbagliata a mio avviso, è quella di voler affermare che il Libro Sacro rappresenti la credenza religiosa di una determinata area geografica, culturale o storica e che quindi cambiando area si cambi il Libro sacro da Bibbia in Corano, Veda o Torah, facendo giurare il neofita sul Libro della Religione in cui crede e ponendo sull’Ara più libri, qualora nella Loggia vi siano Massoni di diverse religioni. Anche se ciò esprime una “scelta di campo” precisa di quelle Logge per la Tradizione culturale e religiosa del luogo dove sono innalzate, ribadisco che il Libro Sacro non rappresenta una credenza religiosa. Il Giuramento o la Promessa solenne sono prestati, non tanto sulla credenza religiosa del Massone in rapporto al Libro Sacro, ma sul proprio onore e, soprattutto, sulla propria coscienza, in una visione laica, e non per questo viene meno l’atto sacrale del giuramento, legandolo anzi maggiormente alla coscienza del soggetto.
Per me, il Volume della Legge Sacra, è l’ammissibile possibilità che vi sia una comunicazione del G.A.D.U. all’umanità, attraverso scritti di profeti ispirati. Penso questo pur considerando che la Bibbia riporta in sé alcune falsità storiche e molte contraddizioni, che ne minano l’oggettività di potersi elevare ad unica e sola Verità rivelata da accettare incondizionatamente.

Significato esoterico
La fase di Libro Aperto, che segue a quella del Libro Sigillato, precede l’inizio dell’attività differenziatrice ed irraggiatrice del Compasso, cioè l’attività con la quale il G.A.D.U. manifesta il creato. Lo vedremo meglio analizzando il Compasso nella apposita tavola.
Affinché il Maestro Venerabile possa dichiarare aperti i lavori è indispensabile che il Primo Sorvegliante (nel Rituale Simbolico) o l’ex M.:V.: (nel Rituale Emulation) abbia aperto la Bibbia alla prima pagina del “Vangelo di Giovanni” e sistemato ritualmente le altre due Grandi Luci del Tempio, che sono il Compasso e la Squadra. Il Compasso si sovrappone al Libro con le punte dirette verso Occidente nel Rituale moderno e verso Oriente nel Rituale Emulation, e la Squadra disposta a seconda del Grado in cui si svolgono i Lavori.
Come ho citato prima nelle Note Storiche, dalla bibliografia consultata non si può acquisire notizie certe sull’origine dell’uso della Bibbia in Massoneria. La Massoneria speculativa è sorta in Europa e conseguentemente la Bibbia (Vecchio e Nuovo Testamento) deve essere apparsa il Libro Sacro più consono culturalmente per affermare l’esistenza di un Essere Supremo Creatore o Pensiero Primordiale Creatore, il G.A.D.U. -
Come detto prima, la scelta non significa adesione a priori ad una religione, nel caso la Cristiana, come conseguenza dell’accettazione del Libro. Non significa qualificare la Massoneria come cristiana, anche se è indubbio che quella “operativa” da cui discendiamo, abbia avuto tale qualifica, pur essendo stata aperta ad altre influenze.
Il Libro della Legge Sacra, qualunque esso sia e qualunque sia la credenza che ognuno di noi Fratelli Massoni ha su di esso, diviene il simbolo della Rivelazione di Dio, della Verità che si rivela tramite la Creazione, che è emanazione dell’Essere Supremo, vicino quindi ad una concezione Teistica dell’Universo.
Per me la Bibbia include l’Essenza universale e i suoi contenuti simbolici mi permettono di guardare oltre l’attestazione di fede e delle religioni particolari di cui la Bibbia era ed è espressione. Ne do, in sostanza, una valenza universale che va al di sopra e al di là delle dottrine che pure afferma. Le allegorie e i messaggi di suoi molti passi consentono una lettura della tradizione e del simbolismo massonico e da “chiave di lettura” dell’esistenza diventa, per me in senso figurato, la “chiave di volta” che, con la sua funzione strutturale di pietra lavorata, diviene indispensabile per reggere la serie di altri elementi costruttivi. In altre parole uso la Bibbia quale letteratura delle religione, secondo un fine strettamente personale, di comprensione dei Misteri di cui è piena e per interpretarla secondo il significato massonico e in modo assolutamente originale.
L’importanza della Bibbia, aperta durante i nostri lavori, sta nella scelta del brano, e ciò avviene per qualsiasi altro Libro prescelto diverso dalla Bibbia, che deve essere nel suo contenuto di profondo significato esoterico.
Nel nostro Ordine la Promessa solenne, come lo era per il Giuramento una volta, viene prestata sul Vangelo di San Giovanni, che nella versione CEI inizia così: “In principio era il Verbo (Nel Principio era la Parola), il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno accolta (non accolta è inteso come non compresa).
“In principio era la parola”: la “parola” di cui si parla esisteva già; esisteva “in principio”. Occorre identificarla e capire cosa sia questa parola. “La parola era presso Dio”: questa “parola” che identificheremo era presso il Dio. Si noti l’articolo determinativo in una traduzione dal greco. Si parla qui del Dio uno e unico, il creatore. “E la parola era Dio”: qui occorre fare attenzione: il soggetto non è Dio, ma la parola (“Dio” è l’apposizione). Lo stabilisce già il contesto: è della parola che si sta parlando. Lo stabilisce anche la costruzione della frase. Significa allora che la parola effettivamente era Dio? È la parola vivificante di Dio di cui egli stesso dice: “Così è della mia parola, uscita dalla mia bocca: essa non torna a me a vuoto, senza aver compiuto ciò che io voglio e condotto a buon fine ciò per cui l'ho mandata” (Is 55:11). Questa parola che “era in principio” e che “era presso Dio”, è l’Intelligenza o Sapienza con cui Egli ha creato l’universo. Il Cristianesimo identificherà poi il Verbo con Yeshùa e quindi Gesù con il Dio di Israele.
D’altra parte, l’idea di un lògos quale demiurgo e artefice della creazione è un concetto pagano estraneo alla Scrittura come interpretata dal Cristianesimo. Gli antichi greci non avevano libri sacri o ritenuti frutto di divina rivelazione e non avevano quindi una teologia dogmatica fissa e immodificabile. I poemi omerici e la teogonia di Esiodo, a cui ancora oggi noi ci ispiriamo studiando la mitologia, erano le principali fonti in materia.
Ciò ha permesso agli antichi greci una ricerca libera della Verità, e della stessa verità religiosa, condotta unicamente sul fondamento del Logos ovverosia di un pensiero non vincolato a condizionamenti del potere sacerdotale e da dogmi religiosi, i quali avrebbero compromesso i metodi e i fini della loro ricerca, fondamentalmente razionale della verità, anche religiosa.
La propria religiosità era insita e custodita da testi profani, letterari e poetici, in una concezione del poeta come vate (vedi Omero) e come dice Platone “ispirato da dio”. La religione dei poeti è la religione dei miti a cui è seguita la “religione dei filosofi” intesa come ricerca speculativa della “verità religiosa”. Dobbiamo tener conto poi dei “Misteri”, in particolare dell’Orfismo che introduce un’Etica ripresa poi da Pitagora, Socrate e Platone, interpretando con il mito l’origine del mondo, fino ad arrivare al logos greco che chiarisce la nozione di “principio”, che, in quanto tale, non può essere esso stesso “principiato”. La stessa religione dei misteri non si sottrae all’interpretazione del logos.
È l’orfismo che introduce nella filosofia greca l’idea che l’uomo ha in sé un principio divino, quello che verrà denominato anima da Socrate, Platone e Aristotele e che la virtù consista in una più interiore dimensione spirituale.
Sempre nella letteratura greca si parla di un lògos artefice. La filosofia del logos è presente anche nello Stoicismo: Cleante (3°-4° secolo a.E.V.), richiamandosi ad Eraclito, afferma la dottrina del logos spermatikòs (la “ragione seminale”) che si diffonde nella materia inerte animandola e portando alla vita i diversi enti. Filone d’Alessandria (circa 20 a.E.V. – 50 E.V.) riprenderà il logos della tradizione stoica incorporandolo nella sua teologia e collegandolo al tema biblico della “parola di Dio”. Per Filone, che si rifà anche al Timeo di Platone, Dio è trascendente rispetto al mondo, e a far da mediatore tra il primo e il secondo è proprio il logos. Anche nei principi di Filone si riconoscono temi e concetti che poi torneranno nel cristianesimo.
Fu Platone che scrisse la metafora emblematica della “conversione” prima ancora che la facesse sua il cristianesimo, come rappresentazione dell’immagine di un “rivoltare” l’occhio dalle tenebre verso la luce, con un capovolgimento della direzione rispetto a quello in cui ci si muove. Nel Fedone, Platone scrive: “non è possibile se non fare una di queste cose: o apprendere da altri quale sia la verità; oppure scoprirla da se medesimi; ovvero, se ciò è impossibile, accettare, fra i ragionamenti umani, quello migliore e meno facile da confutare, e su quello, come su una zattera, affrontare il rischio della traversata del mare della vita, a meno che non si possa fare il viaggio in modo più sicuro e con minore rischio su più solida nave, ossia affidandosi ad un divino Logos”. Non vi pare di intravvedere quel Verbo che “in principio era presso Dio”. Naturalmente Platone era molto in anticipo su Gesù il Cristo dei Vangeli, anche se posso credere dalle sue parole che Platone sperava nel Logos. Questo è straordinario. Chi crede sa che lo Spirito spira dove vuole e può aver spirato sul greco e pagano Platone. La ricerca del Logos è la nostra ricerca e il logos umano può senz’altro aiutarci, ma resta precario. Ma quel Logos divino, che Platone aveva tanto desiderato avere come solida nave, invece della precaria zattera del logos umano per attraversare il mare della vita, si è rivelato?
Il Prologo, quindi, esprime un concetto universale della Trascendenza, inteso come Lògos, o Verbo, o Pensiero Creatore o Legge Universale che governa e quindi, come tale, accettabile da ogni Massone, indipendentemente dal suo personale credo in materia religiosa e in piena sintonia con l’altro grande simbolo iniziatico del G.A.D.U. Si tratta di un testo che non può non far riflettere noi Iniziati, perché divinizza l’Intelligenza che, mentre si libera gradualmente dal Caos, si comunica agli esseri umani, dapprima sotto forma di istinto, poi di coscienza e di comprensione sempre più completa.
La vita universale sembra un immenso lavoro costruttivo che non potrebbe essere conseguito ciecamente e la mia opinione è che, se c’è organizzazione evolutiva e c’è ordine e c’è armonia, significa che agisce un criterio.
Il fatto che la Bibbia non sia per noi Massoni il Testo Sacro di Verità rivelata in senso assoluto e oggettivo, semmai lo è in senso soggettivo, e noi Maestri Massoni non siamo una casta sacerdotale che lo custodisce in modo dogmatico, ci pone alla stregua degli antichi greci.
Dobbiamo tendere ad un livello iniziatico sempre più elevato, e potremo aspirare a ciò nella misura in cui sapremo discernere il piano della Grande Opera: principio fondamentale che custodisce un insieme di operazioni necessarie per conseguire il successo del dominio sulla materia e di una totale libertà di coscienza, in un laboratorio fisico e in un laboratorio mentale.
Da questo mio punto di vista, per gli Apprendisti è sufficiente che siano fermamente decisi ad istruirsi nell’Arte, di cui possiedono solo una vaga nozione tecnica, ai Compagni esercitarsi nella pratica, pur andando ancora a tentoni e continuare impegnarsi in continui tentativi, senza disperarsi se spesso sono infruttuosi.

Simbologia abbinata al Compasso e alla Squadra
Ve ne accenno soltanto terminando il mio intervento, perché sarà oggetto di approfondimento in un'altra tavola.
Alla tradizione pitagorica si deve la scoperta sperimentale dei rapporti fra i suoni e l’analogia fra perfezione dei numeri e figure geometriche, e per questa Scuola il circolo, le figure poligonali regolari e quelle geometriche solide, sono tutte costruibili con squadra e compasso, che sono gli elementi con cui l’Ente Supremo costruisce armonicamente l’Universo.
Nel simbolismo massonico questi due utensìli, Squadra e Compasso, sono sempre stati abbinati.
Squadra e compasso sono sovrapposti e non sottoposti al Libro sacro: ciò perché il Massone, rifiuta qualsiasi concezione religiosa dogmatica che sia in conflitto con la morale. E ora ricordiamo che le posizioni del compasso e della squadra sul Libro sacro manifestano i diversi stati nei quali si trova il Libero Muratore in rapporto alle forze materiali e spirituali. Ma in questa esposizione non è consentito rivelare i misteri dei gradi. Posso però aggiungere, senza creare turbamento, che se la squadra è posta sul compasso nei lavori di primo grado è perché la materia domina ancora lo spirito, la terra è ancora sul cielo, la luna continua per il momento ad essere sul sole.
Ho detto
F.M.A. Daniele
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